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India 2010-02-13
 

DIARIO DI VIAGGIO: India (Keràla) e Laccadive

12 febbraio - 9 marzo 2010

Sabato 13 febbraio 2010: Mumbai

La sveglia sembra provenire da un altro mondo tanto mi sembra lontana. E invece è proprio di fianco a me. Lentamente riemergo dal sonno profondo, mi vesto come un automa. L’uscita in strada è una sorpresa: lo scenario è completamente cambiato. La strada è un brulicare di auto, bancarelle di tutti i generi, gente che va e viene, confusione. Beh, questa comincia ad essere l’India dei racconti.

Conosciamo Andrea, arrivato ancora più tardi di noi dopo essere stato dirottato per mezzo mondo a causa del ritardo del suo aereo.

Andiamo a fare colazione nel locale all’angolo, frequentato più da occidentali che da indiani. I tempi però sono i loro. D’altronde, non hanno mica fretta. E nell’attesa ci becchiamo pure la disinfestazione, con una nuvola di fumo puzzolente che per poco non ci fa passare l’appetito. Mmmm, questa poi non è molto credibile. Infatti mangiamo come niente fosse. Figurati…

Lasciamo il locale e vi avviamo sul lungomare a vedere il “Gateway of India”, il più caratteristico simbolo di Mumbai. Questo massiccio arco di trionfo, che celebra il potere coloniale, si erge in riva al Mumbai Harbour ed è anche un punto di ritrovo dei locali.

Ci avviamo poi alla ricerca del Festival Hindu del quartiere Kala Ghoda, che poi altro non è che una strada chiusa al traffico con stand su entrambi i lati di prodotti di artigianato locale.

Contrattiamo con tre taxi che ci portiamo al Tempio hindu dedicato a Mahalaxmi la dea della ricchezza. Affascinante, per noi che veniamo da una cultura, anche religiosa, completamente diversa.

Ci avviamo poi verso la Moschea Haji Alì, che si trova in fondo ad un molo, pieno di bancarelle, gente che fa l’elemosina, ed anche qualche faccia di quelle che non ispirano tanta fiducia. In ogni caso una bella occasione per fare qualche foto.

Sulla via del ritorno ci fermiamo a mangiare qualcosa in un banchetto che ci propone pollo tanduri. Ovviamente piccantissimo, ma molto buono. Lo prendiamo e ci accomodiamo a mangiarlo sulle stuoie, in rigoroso stile islamico.

Ci dividiamo, ed una parte di noi fa ritorno in albergo: troppo sonno arretrato e troppo caldo: ci sta proprio bene una doccia ed un’oretta di riposo.

Ci ritroviamo per andare alla spiaggia di Chowpatty dove i locali si incontrano per vedere il tramonto, ed io scopro di aver lasciato la macchina fotografica accesa. Con conseguente batteria scarica… Comunque l’ambiente è carino, si sta proprio bene. E ci sta anche una bella pannocchia alla brace.

Il sole è andato, e ci mettiamo alla ricerca del ristorante per la cena. Abbiamo delle indicazioni che ci promettono meraviglie, e l’appetito non ci manca (ma che novità…). Ogni 50 metri chiediamo indicazioni, che però sono quantomeno contraddittorie, visto che la risposta più frequente è “la seconda a sinistra”. Dopo un po’ la domanda mi sorge spontanea: ma quante “seconde” ci sono???”. La ricerca va avanti per un bel pezzo, ed alla fine la “seconda a sinistra” diventa “la prossima”, e poi “è questa”. Ci infiliamo nella stradina, e quando non vediamo nulla cominciamo ad avere qualche dubbio. In effetti il locale ha chiuso. Sarà perché faceva da mangiare troppo bene? Breve consultazione e poi ci fermiamo in un ristorante vegetariano, sicuramente non “da turisti”. Noodles e riso per tutti, o quasi. Decisamente buono. Il conto è all’altezza: ben 2,5 euro, pepsicola compresa

Rientriamo in albergo con l’intenzione di prenderci una birretta e poi (finalmente) di concederci una notte intera di riposo. Solo che di fronte all’ingresso dell’albergo c’è una carrozza tutta addobbata alla maniera indiana, trainata da un cavallo. Figurati se ci lasciavamo sfuggire l’occasione. Contrattiamo, e per l’esorbitante cifra di un euro e qualcosa ci facciamo scarrozzare in giro per il quartiere di Colaba. Certo che in strada in mezzo alla confusione di auto che c’è a Mumbai, andare in giro in carrozza! Però il cavallo era di quelli “cittadini” e se l’è cavata meglio di certi guidatori con la patente. Ad un certo punto vediamo una folla incredibile assiepata vicino ad un locale. Guardiamo meglio e capiamo che sono tutti in fila. Per entrare al cinema, dove proiettavano il nuovo film di dei divi locali. Beh, complimenti.

Finiamo il giro in carrozza, ci recuperiamo la birretta nel locale dove abbiamo fatto colazione stamattina (che cambio di scenario: pieno zeppo di gente, con anche le guardie giurate all’ingresso che perquisivano…) e finalmente andiamo a concederci un meritato riposo.

 

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