India 2012-03-08

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Giovedì 8 marzo 2012: Palolem (Goa) - Ponda, Holy fest.

Con Germano (Santo Subito pure lui, e comunque un grazie per avermi dato il privilegio di ospitare anche questa volta alcune delle sue foto che si riconoscono dal nome inserito all'inizio della foto), decidiamo di prendere un taxi ed andare ad Old Goa a fare un po' di foto all'Holy Fest. Contrattiamo, il ragazzo ci porta dal fratello che ci porta dall'amico che ci porta dal tassista... Insomma, dopo la solita trafila indiana, ci mettiamo d'accordo per avere il taxi che ci porta ad Old Goa per 1.200 rupie con rientro alle 5 di pomeriggio. Abbiamo solo una vaga idea di cosa ci aspetta, ma la realtà sarà molto peggio!
Comunque sia, partiamo, ed in un inglese alquanto improbabile, il tassista (un'altra persona ancora che non avevamo ancora visto...) ci annuncia che ci fermeremo a Ponda, che é più festaiola (oltre che decisamente più vicina rispetto ad Old Goa, come scopriremo dopo)
Per chi non lo sapesse, l'Holy Fest é una festa che si tiene ogni anno nei dintorni della luna piena di primavera (o circa), in cui tutti si danno gli auguri lanciandosi e spalmandosi addosso delle polveri coloratissime, ballando al ritmo dei tamburi in corteo per città e paesi di tutta l'India. Notte compresa! Insomma, una scusa come un'altra per fare festa. E nessuno si può sottrarre: giovani e meno giovani, bimbi ed anziani, tutti sono coinvolti e colorati, e praticamente nessuno é esente o si lamenta: se sei in giro, devi mettere in conto di rientrare colorato. Loro. Figurati noi (unici) turisti in giro per una cittadina appena segnata sulle mappe e fuori da ogni circuito turistico: chiunque ci veda si avvicina per colorarci un po' di più.

Dopo la prima "infarinata" ci rifugiamo in un "bar" per tirare un po' il fiato e controllare che sia tutto in ordine. Per fortuna siamo stati abbastanza previdenti, ed oltre al cambio di abiti, ci siamo anche attrezzati per la protezione della macchina fotografica. Rigorosamente all'indiana: un bel sacchetto di plastica con un buco per l'obiettivo, il tutto fissato con due elastici. Semplice ed economico. Magari non proprio comodissimo, ma funzionante.

É tutto molto pittoresco, coreografico. In ogni angolo ci sono capannelli di gente che suona e balla e non perde occasione per aggiungerci un nuovo strato di colore e chiederci delle foto. Scattiamo tanto, scarterò anche tanto, anche se non avrei voluto: ogni scatto ha qualcosa da raccontare, ma ci vuole anche una sintesi.

Ci dichiariamo soddisfatti di Ponda, e recuperiamo il nostro taxi che ci sta aspettando, decisi a replicare l'esperienza ad Old Goa. Ma... il taxista, con beata innocenza (o carognagine insita nel DNA?), ci dice che ad Old Goa non c'è niente, che non é granché, é meglio qui e che Old Goa é lontana. E che poi, in fondo, il contratto non era per andare fin li: l'amico del cognato del fratello del suocero dello zio non glie l'aveva detto. AAAARRRGH!!! Ecco la fregatura. Ci sembrava strano fosse filato tutto liscio. Dopo un'ora abbondante di contrattazioni, richieste di integrazione prezzo, telefonate a tutti i parenti coinvolti, abbandoniamo (temporaneamente) per sfinimento: ci dichiariamo soddisfatti della caccia fotografica e decidiamo di rientrare, sottolineando che siccome rientriamo prima, abbiamo diritto ad una riduzione del prezzo pattuito (se, capirai...)
Ed in effetti al rientro iniziamo una litigata al calor bianco in cui ognuno sosteneva le proprie ragioni, il tutto in anglo-salentino e anglo-romanesco dai risvolti parecchio comici, e se non fosse che io dovevo fare la parte di quello "cattivo ed incazzato" avrei riso tutto il tempo. Ma tant'é alla fine, fra minacce di chiamare la polizia, l'ora buona per le foto che si avvicinava ed il fatto che in fondo la discussione si era arenata su un centinaio di rupie di differenza (circa un euro e mezzo) abbiamo trovato un compromesso e buonanotte.

E siamo andati a fare le foto al tramonto.