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Martedì 1 agosto
 

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Martedì 01 agosto: Flores – Belize – Cayo San Pedro

Solita levataccia mattutina (4.30) per tutti e tre: si va in autobus da Flores a Belize City. Non so bene cosa aspettarmi, per cui la sorpresa è stata ancora maggiore: è bastato fare pochi metri dopo la frontiera per rimanere sbalorditi. Cambia la strada da sterrata a (finalmente) asfaltata, cambia la gente, la lingua, le abitazioni e perfino il paesaggio. Non avrei mai creduto che in così poco spazio ci potesse essere un cambio così clamoroso. C’è solo una cosa che rimane uguale: il caldo. Finché siamo nell’autobus godiamo di un po’ di aria condizionata, ma poi sembra quasi peggio, se possibile.

Infine, quando sono le dieci, dopo cinque ore, ci scaricano su un molo di Belize City. Per un’ora e mezza rimaniamo al caldo e sotto il sole, poi finalmente ci caricano su una lancia in legno di una diecina di metri e con due “motorini” da 200 cavalli l’uno e si parte alla volta di Cay Caulker. La lancia fila ad una velocità incredibile, complice anche un mare semplicemente piatto.

In realtà scopriamo che la lancia non arriva direttamente a destinazione, e dobbiamo aspettarne un’altra che, ovviamente, non arriva. Comincia il calvario. Sole: a picco. Caldo: allucinante. Ombra: nulla. Zaini: in spalla. Barche per Cay Caulker: nessuna.

Mentre aspettiamo una improbabile barca, siamo sul molo e ci gustiamo, solo con la vista purtroppo, un carico di aragoste: non ne ho mai viste così tante in un colpo solo…

Andiamo a mangiare e ci “polleggiamo” un po’. Alla fine troviamo (leggasi: la Robbi trova, e se non ci fosse stata lei sarebbe stato un disastro!) un passaggio dall’elettricista di San Pedro che sta tornando a casa dopo il lavoro con il suo operaio… Naturalmente non va a Cay Caulker, ma tanto per noi è lo stesso. Ci dispiace solo per l’appuntamento con i bolognesi, di cui non abbiamo neanche l’indirizzo.

A San Pedro troviamo una stanza piccola, con aria condizionata. La stanza ha due letti, quindi io e la Robbi dormiamo insieme. Gomitate permettendo. Comunque sia la stanza è si piccola ma molto pulita, il bagno ed il resto pure, anche se magari non ben curato. Anche qui si vede la differenza col Guatemala. Proviamo ad andare al mare ma è un casino: non ci sono spiagge decenti (almeno raggiungibili da terra a piedi), la profondità massima dell’acqua è un metro e mezzo e quindi sembra di fare il bagno in una pentola col fuoco acceso sotto.

A sera ci organizziamo una cena in camera a base di pomodorini, tonno, cipolla ed un formaggio in crema squisito. Il comodino è un ottimo tavolo ed i letti delle buone sedie. Finalmente non si mangia pollo. Alle nove crolliamo, stanchissimi. E per me finisce una giornata in cui i due neuroni superstiti del mio cervello hanno pure scioperato.

Oggi è il primo giorno in cui non è piovuto. Alleluia!!!

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