
Si parte. Suona la sveglia,
sempre troppo presto. Specie dopo i preparativi frenetici degli ultimi giorni,
complicati da un'influenza dell'ultimo momento che mi ha messo un po' di paura.
Comunque sia, via di corsa. Le cose sono già pronte, basta giusto fare le ultime
cose. Le chiavi di casa non servono: inutile tirarsele dietro x mezzo mondo,
visto che c'è chi se ne occupa, quindi basta tirarsi dietro la porta. Mentre sto
per chiudere, mi ricordo che stavo lasciando dentro la "sorpresa" per i
viaggiatori: i portachiavi con cornino portafortuna d'ordinanza!. Finalmente
chiudiamo la porta, via in ascensore e... cavoli, sto partendo senza avere
addosso la giacca foderata col pile!!! PANICOOO!!! É un oggetto semplicemente
indispensabile per i luoghi dove andremo. Blocco l'ascensore, torno su e mi
attacco al campanello di Loretta. Spero che senta... Prego che senta. comincio a
disperarmi, quando finalmente sente e (per mia fortuna) apre. Mi faccio dare al
volo le chiavi di casa, senza neanche spiegargli il perché, e mi fiondo dentro a
prendere la giacca... É andata bene. Ora possiamo partire per Malpensa. Se mai
ci arriveremo: la macchina di Angelo, tanto per cambiare, è in riserva sparata

Cominciamo a conoscere qualche
compagno di viaggio, anche se ci uniremo con gli altri ad Atlanta, dove
sosteremo per una notte. Si viaggia con Alitalia. Tutto tranquillo, ma no
comment sul servizio. E neppure sul servizio dei controlli di frontiera
americani. Paranoici, spocchiosi, e del tutto incuranti delle coincidenze
altrui. Per fortuna riusciamo a salire in tempo sull'aereo che da Boston ci
porterà ad nella "ridente cittadina" di Atlanta. Ovviamente a letto "presto",
anche se si fa per dire, visto che la differenza di fuso orario ha allungato a
dismisura questa giornata.
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