
Siamo ad Atlanta. O meglio, in
un motel vicino all'aeroporto di Atlanta. Classico motel americano, camere
abbastanza ampie e confortevoli con i lettoni grandi e comodi. Ci svegliamo
presto grazie anche al jet lag, siamo ampiamente in anticipo, ma Amy (che
sarebbe Amedeo, ma ribattezzato all'istante Amy) sempre sull'agitato andante, si
mette a bussare. La seconda volta rischia qualche parolaccia al suo indirizzo,
ma siccome in fondo siamo in ferie...
Colazione, operazioni di routine
come fare la cassa comune e subito check-in x il volo di stasera che ci porterà
a Lima, così siamo liberi di muoverci senza il peso dei bagagli. In metro
andiamo nella down town di Atlanta, e subito ci troviamo divisi dalle (uniche)
cose che la città ci offre: la Coca cola e la CNN. Questo è quanto offre la
città. Ci dirigiamo verso la CNN, nella speranza di una visita culturale. Mi
ricrederò. Alla fine ci rifugiamo nel parco al cazzeggio totale. Tanto dobbiamo
far trascorrere le ore.

Arriviamo a Lima dopo un volo
tranquillo. Ugo ci viene a prendere in aeroporto (naturalmente con ritardo
latino: la hora peruana) e ci porta in albergo. Oddio, che parola grossa.
Comunque accettabile. Ci sistemiamo velocemente in stanza e poi anche se è tardi
usciamo a fare un giro approfittando del fatto che siamo in centro. Troviamo un
solo posto ancora aperto, quindi non possiamo neanche "criticare" il menu che ci
propongono. Che d'altronde è dei più classici: pollo in tutte le maniere e
patate fritte. Scartiamo il pollo e ci dedichiamo con passione alle patatine
fritte accompagnate da birra.
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