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 Io e...
C'era una volta un bimbo Il bimbo cresce E adesso c'è... Qualcuno ha scritto Parole in libertà Io e... Caro diario Pranzo SINF 2004 Pranzo SINF 2006 Viaggi Ricerca

 

 

Ci sono dei periodi in cui la vita sembra monotematica. Sembra solo, perché poi i temi cambiano, si trasformano, muoiono e ne nascono di nuovi. Quello che comunque rimane è il periodo in cui sembra quasi non esista altro che la passione del momento. Poi magari la passione del momento dura una vita, ma questo è un'altro aspetto...

Io e...

Il motorino, La scuola, La scuola 1

Il motorino

Il mitico "Ciao" rosso. In realtà non era mio ma di mia sorella. Ma sappiamo come vanno generalmente le cose fra fratelli. Infatti ne fruivo abbastanza regolarmente, anche se non sempre autorizzato, a causa dell'età, per esempio. E infatti mi ricordo una volta in particolare che lo presi "in prestito", ma percorso pochi metri mi accorsi che un oggetto mi stava raggiungendo: lo zoccolo lanciatomi appresso da mia sorella. Per fortuna non aveva una buona mira...

Poi mia sorella si trasferì a Torino ed il motorino rimase tutto per me. Lo usavo per andare a scuola tutti i giorni: 8 km andare ed altrettanti a tornare, giornate di pioggia comprese. Quanta acqua… E secondo voi, potevo resistere alla tentazione di incrementarne le prestazioni? Ovviamente no! E quindi via: si parte subito con la sostituzione della sella con una più comoda e lunga, via con la marmitta ad espansione, via col puleggino ridotto. E poi testata ribassata, carburatore sostituito… Alla fine di tutto questo avrei dovuto guidare un mostro. E invece tanto mostro non era. Per fortuna. Certo, era più comodo e andava più forte, ma in salita era sempre un problema. Per fortuna la patente arrivò presto, e le mie attenzioni si spostarono sul 126 azzurrino di mia mamma.

 

La scuola

Uhhhhh.... da dove comincio? Facciamo che questo è un capitolo "a rate": troppo impegnativo per affrontarlo in un colpo solo.

 

La scuola 1

Certo è che fin dall'inizio fu un dramma: in cinque anni di elementari cambiai qualcosa come nove maestri/e... triste! Però alcuni, pur fuggevoli, li ricordo ancora. Come il prof. Miglietta che tutti i giorni si faceva 130 chilometri in macchina per andare al lavoro. E siccome era senza patente, pagava un signore che lo accompagnava e poi lo aspettava fino alla fine della scuola per riportarlo a casa... Sono ancora sbalordito, ma capisco perché ha resistito poco.

Poi arrivò la scuola media. Non nel mio paese, Patù, ma in quello di fianco: Morciano, dove mio padre lavorava. Io e i miei due amici, Giorgio e Michele. Pesti che eravamo. Ma questo è un altro argomento. Di quel triennio ricordo poco. Giusto il gruppo di insegnanti che venivano da Lecce tutti i giorni, le attese all'esterno della scuola prima della campanella, in cui ci si dicono delle cattiverie inaudite, i primi ormoni che si smuovono, l'acne. Insomma, io dico che erano dei bei tempi, ma forse solo perché rimpiango l'età che avevo e la spensieratezza. E forse anche le recite che si preparavano per la fine dell'anno. Mica roba da ridere! Si affittava il cinema del paese ma ci voleva qualcosa di più grande. D'altro canto, in un paese di circa 5.000 abitanti vuoi che non vada in massa a vedere i propri figli/nipoti che si esibiscono su un vero palcoscenico? E devo dire che viverla dalla parte del palcoscenico era una bella sensazione. All'epoca studiavo pianoforte e possedevo una tastiera della mitica "Farfisa" (che adesso farebbe scappare da ridere, ma allora erano veramente in pochi ad averla). Ebbene, per tre anni mi sono intrufolato senza ritegno nel gruppo che accompagnava lo spettacolo e riuscii a suonare diverse cose con loro. In più per ben due anni ebbi l'onore di essere il presentatore di cotanto evento. Insomma, mi sentivo molto il Pippo Baudo della situazione. Oddio... non so se sia proprio il massimo del paragone...

 

 

Ultimo aggiornamento di questa pagina: 25 gennaio 2006

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