Il 1995 è stato un anno
particolare. Chi mi conosce bene lo sa già, ma alcuni risvolti di quell'anno
non sono noti a nessuno. Almeno fin'ora. Qui di seguito c'è una parte di ciò
che é nato quell'anno
————————————
A te, donna dalle infinite emozioni
donna che fermi il respiro
A te, donna, follia di tante menti
delirio magico dell’esistere
illusione e verità, sogno e realtà
Dolce perdersi in confini che non esistono
soave annullarsi nell’oblio del contemplarti
A te, donna, perché tu sai come fermare il tempo
1 febbraio 1995
(Le donne
che leggono non si illudano, please...)
————————————
vorrei essere una lacrima furtiva
per trovarmi lì e poter confortare il tuo animo
vorrei essere una goccia di rugiada
che bagna il tuo viso per donarti ristoro
vorrei essere vicino a te per
vivere la tua quiete dell’essere
vorrei essere ...
14 febbraio 1995
————————————
Non aspettare mai domani per dire a
qualcuno che l’ami. Fallo subito.
Non pensare: “Ma mia madre, mio
figlio, mia moglie... lo sa già”. Forse lo sa.
Tu ti stancheresti mai di
sentirtelo ripetere?
Non guardare l’ora, prendi il
telefono: “Sono io, voglio dirti che ti voglio bene”.
Stringi la mano della persona che
ami e dillo: “Ho bisogno di te! Ti voglio bene, ti Amo...”.
L’Amore è vita. Vi è una terra dei
morti e una terra dei vivi. Chi li distingue è l’Amore.
Letto da qualche
parte, piaciuto e copiato. L'autore? Sorry, quello non l'ho trascritto.
Penso però che oltre mogli e figli, debbano essere molti altri quelli a cui
si dovrebbe indirizzare un pensiero. Avete mai provato a vedere l'effetto
che fa chiamare qualcuno inaspettatamente e dirgli "Ti voglio bene"?
————————————
Io, il silenzio, la notte.
L’assordante silenzio dei pensieri che
sovrasta il lontano abbaiare di un cane.
Poi il vuoto. Non più colori, non più odori.
Non più suoni non più rumori.
Il vuoto mi riempie.
La piccola voce dell’anima fa capolino. I
mille rumori del silenzio la zittiscono.
Il vuoto ha preso tutto.
Ora è facile cadere verso l’alto. Ora tutto
è fermo nella vorticosa staticità del caos.
Tutto tace. Anche l’anima si piega.
Per quanto, ancora ?
Notte fra
mercoledì 15 e giovedì 16 marzo 1995, ore 2.30. Scritta e poi rimossa dalla
memoria per un bel po' di tempo, al punto che quando l'ho ritrovata non l'ho
riconosciuta subito. E nel frattempo pensavo: poffarbacco! Oddio, non
proprio poffarbacco, ma circa...
————————————
Sule, nu scire, fermate e uarda
Quantu è bedda chira ca vogghiu.
Sule, tie ca giri tuttu lu munnu,
dimme: ”A vistu mai nudda comu ista?”
E lu sule rispunnìu:”Me face scurnare,
ista è cchiù bedda de mie ddo fiate!”
È lu sule, amore meu, ca te dduna,
e annanzi ll’otre comu sule llampi
Traduzione
salentino-italiano:
Quanto è bella
colei che io amo.
Sole, tu che giri
tutti il mondo,
dimmi:”Hai visto
mai nessuna come questa?”
E il sole
rispose:”Mi fa vergognare,
costei è più
bella di me il doppio!”.
È il sole, amore
mio, che t’infiamma,
e davanti alla
altre come il sole splendi.